Hai mai sentito parlare di un chatbot per il vino? Hai mai usato la chat di Messenger per richiedere semplici informazioni su un particolare prodotto o servizio ricevendo risposta in tempo reale?
Se sì, può essere che tu abbia interagito con un chatbot o assistente virtuale. Vediamo insieme cos’è, come funziona e come potrebbe essere applicato al settore vinicolo. Iniziamo?

Indice degli argomenti: 

1 Cos’è un chatbot?

2 A che punto siamo nel settore vino?

2 Come raggiungere i consumatori dei prossimi 35 anni con l’intelligenza artificiale?

4 Quali possono essere i vantaggi di un chatbot per le tue attività di comunicazione e marketing?

Cos’è un chatbot?

Un chatbot è un programma che simula una conversazione con una persona attraverso una chat; quello basato sull’intelligenza artificiale può intercettare il contesto e l’intento di conversazioni anche molto complesse e fornire le risposte più appropriate. L'assistente virtuale impara dal comportamento degli utenti per offrire interazioni sempre più personalizzate.

Ok, forse nessuno ha una gran voglia di chiacchierare con un software ma, lavorando con i tuoi clienti, quante volte hai notato che le loro domande, e di conseguenza, le loro risposte, sono sempre le stesse? Ora è possibile automatizzare i processi che si ripetono risparmiando tempo e concentrando le attenzioni ai tuoi clienti. Il chatbot, quindi, nasce per risolvere problemi scegliendo un approccio decisamente più “umano”.

La tecnologia legata ai chatbot risale agli anni 2000, ma la notorietà è arrivata nel 2016 con l’integrazione in Facebook Messenger. Il vantaggio è che non si deve installare nessuna APP sul proprio smartphone. È possibile accedere da ogni dispositivo, il chatbot è come un normale contatto in rubrica. Il tuo cliente lo sa già utilizzare, in quanto è un’abilità appresa grazie alla diffusione degli SMS. Il nostro assistente virtuale, inoltre, è in grado di inviare, ricevere immagini, filmati, link, audio ecc…

A che punto siamo nel settore del vino?

La pandemia ce lo sta facendo capire in tutti i modi: solo grazie al coraggio e all’innovazione è possibile trasformare le difficoltà in occasioni da cogliere in tempo. Questo ragionamento si può applicare in tutti i settori lavorativi e, in particolare, ai produttori di vino italiani è chiaro a chi devono rivolgersi: il consumatore finale. Già, perché è basilare attuare una comunicazione sempre meno mediata, e sempre più diretta, utilizzando i canali fisici e online a disposizione.

Un’esigenza comune sentita in tutti i Paesi del mondo dopo le conseguenze causate dal Covid che spinge le aziende del vino ad attuare una progressiva riduzione de costi in vigna e in cantina per reinvestire in una comunicazione onlife che abbracci e unisca i canali tradizionali con quelli digitali. Si riparte da qui, con la consapevolezza che la filiera di valore tra produttore e consumatore è troppo lunga e anche gli sforzi commerciali devono puntare sul contatto diretto del cliente finale. Perché anche le persone, non esperte di vino, desiderano immergersi in esperienze memorabili e imparare ciò che la cultura vinicola ha da insegnare loro.

Gli importatori, distributori e agenti sono ancora molto importanti per le cantine e vanno assolutamente sostenuti ma le restrizioni Covid ne hanno diminuito l’operatività. È aumentata, invece, l’esigenza di fidelizzare le persone sul proprio brand magari introducendo canali differenti che, se presidiati con logiche di business e strategie di marketing corrette e costanti, possono fare la differenza anche in un periodo complicato come quello che stiamo affrontando.

L’unicità dei vini italiani, dei territori e delle persone che li producono, il ruolo sociale e di occupazione che rappresentano, possono essere valorizzati percorrendo sentieri non ancora battuti, o ancora poco conosciuti. C’è bisogno di una visione imprenditoriale a lungo termine che guardi al futuro con fiducia, e tanto, tanto coraggio.

Come raggiungere i consumatori dei prossimi 35 anni grazie all’intelligenza artificiale

Le nuove generazioni preferiscono usare le app di messaggistica per ricevere le informazioni in tempo reale; se decidono di telefonare è perché prima non sono riusciti ad accedere a nessun canale interattivo. I millennials (i consumatori dei prossimi 35 anni), per esempio, sono abituati a utilizzare lo smartphone per fare qualsiasi cosa: prediligono un rapporto di immediatezza. Chi vuole ricevere informazioni su un particolare vino, si aspetta di ricevere una risposta via chat in tempi brevissimi. L’azienda che legge e non risponde dà l’idea di non prestare abbastanza attenzione all'utente. E noi sappiamo che non è così. Gestire migliaia di clienti diventa un’impresa ardua anche per il reparto marketing più preparato.
Ecco perché il chatbot può rappresentare una vera e propria opportunità per la cantina che desidera accorciare le distanze tra produttore e cliente finale instaurando una relazione diretta.

L’applicazione di un QR code o di un tag NFC (Near Field Communication), derivato dai sistemi di pagamento contactless, sulle etichette delle bottiglie di vino, per esempio, consente al consumatore di entrare in contatto con la cantina, attraverso il proprio smartphone grazie a chatbot programmato ad hoc per dialogare e fornire informazioni su storia dell’azienda e del territorio, caratteristiche dei vini prodotti ed abbinamenti culinari, prenotazione degustazioni ecc…
A differenza di soluzioni basate sulla navigazione verso pagine web, permette al consumatore di ripercorrere la chat con le informazioni e continuare la relazione con la cantina anche in momenti successivi.

Il chatbot applicato alla bottiglia di vino è un ottimo mezzo per tracciare il viaggio del cliente, rivedere il proprio modello di business onlife e ottimizzare con maggiore cognizione tutte le attività di comunicazione e marketing.

Quali possono essere i vantaggi di un chatbot per le tue attività di comunicazione e marketing?

In linea di massima i chatbot migliorano l’operatività, apportano una notevole riduzione dei costi delle imprese vinicole e introducono servizi aggiuntivi per i clienti. Sono in grado di rispondere tempestivamente alle loro esigenze, diminuendo l’intervento umano con l’intento di migliorare l’esperienza della persona.

Ricapitolando: ecco quali sono i vantaggi di un chatbot per fidelizzare i clienti e attirarne di nuovi.

  • Minor tempo di risposta: il 69% dei consumatori preferisce l’assistenza di un chatbot perché più rapido nel fornire risposte chiare e precise. (Chatbots Magazine)
  • Servizio attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7: gli assistenti virtuali sono sempre disponibili per i clienti con risposte tempestive alle domande più ricorrenti da loro poste.
  • Miglior gestione del servizio clienti: i chatbot possono essere facilmente impiegati durante le ore di maggior lavoro nella gestione delle conversazioni con i clienti.
  • Risparmio dei costi del servizio clienti i chabot possono far risparmiare alle aziende fino al 30% delle spese di assistenza (Invesp).
  • Automatizzare la raccolta dei contatti (e non solo): all’interno del percorso del cliente, per esempio, durante l’acquisto o la prenotazione di un’esperienza di degustazione, è possibile raccogliere i dati, nel rispetto della normativa GDPR, e conoscere tutte le interazioni, i gusti e le abitudini di ogni utente in modo da ideare strategie di comunicazione mirate e personalizzate.
  • Riduzione del tasso di abbandono dei clienti: è possibile coinvolgere ulteriormente e tenere effettivamente i visitatori agganciati.

 

E tu, hai mai sentito parlare di un chatbot per il vino? In che modo lo utilizzeresti per la tua cantina?

 

Condividi questo articolo