Marketing di prossimità onlife: in questo articolo parleremo nello specifico di una nuova branca del marketing di prossimità e delle enormi opportunità che è in grado di fornire a coloro che possiedono prodotti fisici distribuiti nell’offline come, ad esempio, i produttori di Food & Beverage.

Partiamo però dalle basi prima di arrivare nel dettaglio di come si integrano strategie onlife con i tuoi prodotti.

 

Cos’è il Marketing di Prossimità?

Il marketing di prossimità è un tipo di marketing che consente alle aziende di comunicare con gli utenti vicini attraverso l’uso di tecnologie di comunicazione. Le aziende possono sfruttare l’opportunità di inviare messaggi e promozioni pertinenti in un determinato momento e in base alla posizione attuale dell’utente. Il marketing di prossimità può essere utilizzato nei negozi fisici, nei punti vendita o in altri luoghi pubblici di aggregazione.

 

Perché utilizzare il Proximity Marketing ed in particolare quello Onlife: i vantaggi

Il marketing di prossimità è un ottimo modo per raggiungere il vostro mercato di riferimento. Utilizzando le tecniche di marketing digitale, potete raggiungere gli utenti che si trovano nelle vicinanze del vostro prodotto o servizio. Questo vi permette di indirizzare i vostri sforzi di marketing e di garantire che il vostro messaggio raggiunga le persone che hanno maggiori probabilità di essere interessate a ciò che avete da offrire.

Inoltre grazie all’introduzione del Marketing di Prossimità Onlife – che vedremo più avanti – siete in grado di generare automaticamente una audience ultra targhettizzata di cui avrete tutti i riderimenti per ricontattarli quando desiderate, nel massimo rispetto delle attuali normative GDPR.

 

Quali sono le tecnologie del marketing di prossimità 1.0?

Si parla di Marketing di Prossimità o Proximity Marketing dal 2004 e da allora la tecnologia ha fatto passi da gigante diventando sempre più performante.

In particolare le prime due tipologie di tecnologie che vengono in mente ai più ci sono i beacon (dispositivi bluetooth) e la trasmissione WiFi.

 

I Beacon (Push)

Sono delle piccole “scatoline” con una propria batteria, che vengono messe all’interno di spazi fisici come ad esempio scaffali, aree e stanze. Questi dispositivi emettono un segnale bluetooth che, una volta ricevuto da un cellulare nel raggio d’azione del beacon, si trasforma in un messaggio push consegnato direttamente sullo schermo dell’utente, su mobile o desktop.

Il messaggio viene mandato però ad un utente anonimo, ovvero di cui non conosciamo nulla, se non che possiede la nostra app.

L’utilizzo dei beacon però non ha mai avuto la giusta adozione e applicazione a causa di diverse barriere:

1) l’utente deve avere installata un’applicazione che trasformi il segnale del beacon in un messaggio push. Se lo smartphone che entra nella zona di competenza non ha installata quella determinata app, non arriva nessuna notifica e non succede un bel nulla.

Quindi la prima barriera è proprio quello di convincere le persone a scaricare l’app.

Questo significa che è necessario anche sviluppare un’applicazione a fronte di un investimento particolarmente oneroso sia nello sviluppo ma, in particolare, nella manutenzione e nella promozione per far sì che le persone scarichino quell’app: un lavoro immane e con tempi di attuazione lunghissimi!

2) Nonostante queste “scatoline” abbiano un basso consumo energetico (low energy), è necessario sostituire le batterie molto spesso: provate a immaginare cosa significa effettuare questa operazione in un supermercato dove sono installati centinaia di beacon. Chi si candida volontario per il cambio batterie? 🙂

 

WiFi – Live People Analytics

A differenza del beacon, questa tecnologia non permette di comunicare con la persona che si trova “nei paraggi”, consente, però, di conoscerne i comportamenti in maniera molto dettagliata.

Una sorta di Grande Fratello in grado di misurare quello che ad occhio umano non può nemmeno essere percepito.

Per maggiore chiarezza: facciamo un esempio concreto e reale di quello che si potrebbe misurare all’interno di un supermercato o di qualsiasi punto vendita retail.

 

Quali informazioni potremmo conoscere?

  • Il tempo medio di permanenza: quindi capire quanto è il tempo medio necessario per fare la spesa nelle varie fasce orarie e giornaliere;
  • il tasso di ritorno nella caffetteria: conoscere quindi quante volte ritornano i clienti e identificare un possibile “esodo” verso un’altra caffetteria.
  • misurare gli orari con il maggiore afflusso suddivisi per giorni della settimana per organizzare i turni.
 

Per fare tutto questo è necessario installare dei dispositivi all’interno delle aree che desideriamo misurare: il dispositivo riceve il segnale pubblico emesso dal singolo cellulare che è in assoluto unico al mondo. Quindi 1 dispositivo = 1 persona.

Questa tecnologia è ottima per misurare il ROI o per avere dati significativi e precisi per preparare la strategia di marketing, ma il punto debole di tutto questo è l’analizzare i dati e trasformarli in un’azione concreta. Di solito questa attività dovrebbe essere fatta a due mani: da una parte il data analyst e dall’altra il responsabile marketing.

 

Marketing di Prossimità Onlife: la nuova frontiera per la generazione di contatti (lead generation)

Si tratta di un evoluzione che, a differenza della versione 1.0 del Proximity Marketing vista prima, ne permette l’adozione da parte anche di realtà molto piccole, grazie ai costi nettamente più contenuti e per i risultati immediati.

Il paradigma è completamente diverso, perchè per il Marketing di Prossimità Onlife è il prodotto che si trasforma nel device di trasmissione, indipendentemente che si trovi all’interno del punto vendita o all’interno della casa del consumatore:

il vostro prodotto diventa un IOT (Internet Of Thinghs) ed è connesso con internet, con il mondo, ma sopratutto con il vostro cliente o prospect.

Il Marketing di Prossimità trasforma il packaging di ogni prodotto distribuito in giro per il mondo, nell’ambasciatore di quello stesso brand.

Grazie al marketing di prossimità, il vostro prodotto è in grado di raccontare di se, dei luoghi e delle persone che lo hanno realizzato, di riconoscere con chi sta interagendo e di raccogliere i contatti per mantenere una relazione anche quando il prodotto è stato consumato.

 

NFC, Smart QrCode e Assistente Virtuale Omnicanale: il tris vincente.

La vera rivoluzione è data dall’abbinamento di diverse tecnologie che, combinate, generano una potente soluzione modulare e multi-canale.

 

Near Field Communication: il trigger magico

L’NFC è un chip senza alimentazione applicato direttamente sul bordo del packaging e sono lo strumento di connessione con il resto del mondo. Sarà sufficiente avvicinare un cellulare dotato di tecnologia NFC e il chip trasmetterà allo smartphone le informazioni e le esperienze per il quale è programmato.

L’NFC non deve essere inquadrato con un QR Code, perchè funziona esattamente con la stessa tecnologia usata per le carte di credito/debito contactless o per i pagamenti fatti da smartphone (Apple Pay – Google Pay…): basta semplicemente avvicinare il telefono.

A differenza di un QrCode, risulta molto più semplice perchè non è necessaria nessuna App per “leggerlo”, può essere utilizzato in condizioni di scarsa luce (paradossalmente anche al buio) e anche se rovinato superficialmente. Ricordiamo che un qrcode con un codice danneggiato non funziona.

Diciamo che questo è il filo invisibile che lega il prodotto al cellulare.

Ma poi cosa succede?

 

Assistente virtuale: il generatore di esperienze e contatti

Dopo l’interazione con l’NFC, si attiva in automatico l’assistente virtuale che è in grado di comunicare con il cliente su uno dei canali di messaggistica preferiti (WhatsApp, Messenger, Telegram…).

In automatico riesce, per esempio, a capire il nome, cognome, sesso, lingua dell’utente, oltre a sapere con quale prodotto ha interagito.

 

Questo permette fondamentalmente due cose:

  • conoscere nel dettaglio il cliente, adattare il registro verbale (ad esempio se è uomo o se è donna) e sapere anche i suoi gusti in base a quale prodotto scelto;
  • possiamo ricontattarlo in seguito (nel rispetto della normativa di ogni app di Messaggistica) senza spendere soldi in campagne pubblicitarie digitali.
   

L’assistente virtuale può erogare immagini, video, documenti, audio ed inviare email in base a come interagisce l’utente.

In più, grazie all’intelligenza artificiale è in grado di comprendere anche le domande che vengono poste dai consumatori con un linguaggio naturale, individuando l’intento della domanda ed erogando una risposta quanto più accurata.

Grazie all’assistente virtuale l’azione di marketing è di gran lunga superiore al Marketing di Prossimità 1.0:

  • è attiva 24h/24 e non solo negli orari di apertura nel punto vendita;
  • non ha un’area geografica delimitata (ad esempio il supermercato), ma opera laddove si trovi il prodotto: dal ristorante alla tavola, dallo scaffale a casa del cliente;
  • l’interazione è sui prodotti e non bisogna chiedere l’autorizzazione all’installazione di dispositivi all’interno di locali non nostri;

Praticamente ci troviamo nella fase del processo d’acquisto in cui il cliente o sta scegliendo o sta utilizzando il prodotto acquistato e quindi già in fase di fidelizzazione.

L’assistente virtuale alla fine dell’interazione tra prodotto e consumatore (e dopo aver raccolto il consenso informato), restituisce in automatico, all’azienda che ne fa uso, una lista digitale di nominativi con relativo punto di contatto come ad esempio l’email o il numero di telefono…

 

Perchè è importante avere una propria lista di persone reali da ricontattare?

Vogliamo ricordare che Facebook, in particolare per quello che riguarda le Pagine, non mostra i contenuti a tutti i suoi follower, ma solo ad una piccolissima percentuale evidenziata nel grafico qui sotto fornito da Hootsuite.

“The average organic Facebook Page post sees just 0.07% engagement.”

Risulta molto chiaro che avere un numero alto di follower non significa che tutti vengono raggiunti, cosa possibile solo ed esclusivamente attivando delle campagne a pagamento, che di anno in anno costano sempre di più a causa dell’aumento di produzione di contenuti (quindi meno spazio libero a disposizione) e della maggiore concorrenza sulle campagne pubblicitarie digitali.

Quando la reach arriverà a zero, tutto sarà basato solo ed esclusivamente sull’esborso di soldi per comunicare con nostri clienti e prospect.

Questo ci fa capire ancora meglio quanto sia indispensabile possedere una propria “lista” di clienti e potenziali clienti, ricontattabile liberamente (ricordiamo sempre nel rispetto della normativa GDPR) senza dover chiedere il permesso a nessuno, tanto meno pagare per parlare con persone che abbiamo interagito online o offline: in tutto questo ci viene in aiuto il Marketing di Prossimità Onlife.

 

Esempi di marketing di prossimità: i risultati che si possono ottenere

Proviamo a fare delle proiezioni di quello che potrebbe succedere nel caso in cui si avesse un prodotto che vogliamo connettere (IOT) per fare un’attività di Marketing di Prossimità Onlife.

Ipotizziamo di avere circa 100.000 pezzi sul mercato: poco importa di quale prodotto stiamo parlando; potrebbe essere caffè, vino, distillati, salumi, acqua, piante, bicchieri ecc…

Consideriamo il caso che peggiore:

se anche solo lo 0,5% di quei prodotti interagisse grazie all’NFC e all’assistente virtuale, ci porteremmo a casa ben 5000 contatti, profilati e con i quali possiamo dialogare direttamente quando vogliamo.

Mettiamo che l’esperienza che abbiamo generato tramite l’assistente virtuale sia così di alto valore che ognuno di questi lead-contatti facesse provare la stessa esperienza anche con 2 amici o parenti: ecco che altri 10.000 contatti entrerebbero nella cerchia del brand, per arrivare ad un totale di 15.000 contatti senza fare nulla: ci pensa il prodotto.

Se questo caso lo portiamo sui grandi numeri, beh capiamo al volo che sfruttare l’esperienza offline tramite il prodotto è un grandissimo vantaggio:

solo in Italia vengono consumate circa 8 Miliardi di bottiglie di acqua all’anno, di cui il famoso 0,5% significherebbe avere 40 Milioni di contatti che, su una base di 59 Milioni (gli abitanti dell’Italia) si tratta del 67% della popolazione italiana.

Casi reali di utilizzo: applicazioni e Strategie di Proximity Marketing Onlife

Partiamo col dire che il chip NFC può essere applicato praticamente ovunque: serve solo la fantasia!

Bicchiere NFC- Rastal Smartglass® by Contatto Divino

Si tratta di un bicchiere brevettato a livello mondiale che ospita all’interno del decoro un chip NFC con assistente virtuale.

Applicazione: il calice viene usato durante gli eventi di inaugurazione per presentare il progetto agli stakeholder; in altri casi è utilizzato come guida per festival enogastronomici e come repository per trasmettere libri, dispense e materiali ai partecipanti di corsi enologici.

 

Leggi un altro articolo di approfondimento su questo blog:
Il primo bicchiere interattivo NFC: Rastal SmartGlass® powered by Contatto Divino

 

Desk Fieristico – Champagne Experience

Durante il più importante evento italiano dedicato alle bollicine più famose del mondo, le maison francesi avevano in dotazione un apposito desk con NFC: per ogni degustazione i visitatori, avvicinando il cellulare, ricevevano direttamente nella chat del telefono le informazioni commerciali dell’espositore e le etichette degustate.

Siamo riusciti a farti scattare l’idea per promuovere il tuo prodotto direttamente tra le mani del consumatore?

 

 

 

Nel frattempo, ti ricordiamo la partecipazione come Rastal SmartGlass® powered by Contatto Divino Sponsor di Wine2Wine 2022, il più grande business forum dedicato al mondo del vino durante il quale Daniele Righi terrà un intervento proprio sul marketing di prossimità onlife!

A presto!

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